Monreale - Guida Turistica

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Duomo:
 Il Duomo di Monreale, dedicato a Santa Maria la Nova, è stato costruito nel 1174 per volere di Guglielmo II d'Altavilla. Sede vescovile e, al contempo, anche di un monastero di benedettini provenienti da Cava de' Tirreni (attualmente abbandonato), il Duomo di Monreale è uno dei monumenti più splendidi e ammirati d'Italia.
 La facciata si presenta con un portico a trifora, due massicce torri fortificate (quella di sinistra trasformata in campanile) e pregevoli porte bronzee, una delle quali è opera di Bonanno Pisano del 1189.
 Il portico sul fianco sinistro è di Giovanni Domenico Gagini e Fazio Gagini, eseguito tra il 1547 e il 1569, mentre i battenti bronzei del portale musivo architravato sono opere del 1179 di Barisano da Trani.
 Le absidi, col fitto intreccio d’archi acuti, evocano atmosfere arabeggianti esaltate dalla decorazione policroma creata dall’alternanza di tarsie di calcare e di pietra lavica.
 Il vastissimo interno basilicale a tre navate, al quale si accede attraverso il portico sul fianco sinistro, misura 102x40 m; il soffitto è una volta a crociera di tipo bizantino a pianta quadrata e senza cupola, e dietro l'altare l'edificio termina con tre absidi.
 Le navate sono divise da colonne antiche con pulvino e capitelli anch’essi antichi con clipei di divinità che sostengono archi a sesto acuto di tipo arabo.
 I soffitti sono a travature scoperte dipinti nelle navate e a stalattiti di tipo arabo nella crociera, quest’ultimi rifatti nel 1811 dopo un incendio.
 Il pavimento, completato nel XVI secolo è musivo, con dischi di porfido e granito e con fasce marmoree intrecciate a linee spezzate.
 Le transenne che recintano anteriormente la crociera sono decorate da mosaici ottocenteschi.
 Le pareti delle absidi del santuario e delle navate sono, superiormente, rivestiti da mosaici a fondo oro, eseguiti tra il XII e la metà del XIII secolo da maestranze in parte locali e in parte veneziane, formatesi alla scuola bizantina.
 Questi mosaici raffigurano storie cicliche del Vecchio e del Nuovo Testamento; nel catino absidale mediano è la colossale figura del Cristo Pantocratore (Onnipotente). Sul fianco destro è il sarcofago in porfido di Guglielmo I, morto nel 1166, e quello marmoreo di Guglielmo II il Buono. Sul lato sinistro, dentro tombe ottocentesche, si trovano le spoglie di Maria di Navarra, moglie di Guglielmo I e dei figli Ruggero ed Eusico.
 Le cappelle del Crocifisso e di San Benedetto sono due notevoli esempi del barocco siciliano.
 L'altare maggiore è una raffinata opera del XVIII secolo, eseguita dall'argentiere romano Luigi Valadier.
 Il tesoro della cattedrale conserva, fra le altre cose, arredi sacri (anche di fattura francese), una cassettina di rame smaltato del XIII secolo ed un reliquario della Sacra Spina (della corona di Cristo), risalente al periodo gotico.
Il chiostro
 Il Duomo è affiancato dal chiostro dell’antico convento benedettino, eseguito sul finire del XII secolo ed esempio stupendo di architettura bizantina.
 Si tratta di una costruzione a pianta quadrata di 47 metri di lato, con portico ad archi ogivali a doppia ghiera e con singolarissimo “toro” nell’intradosso. Gli archi sono sostenuti da colonne binate, di ornamentazioni alterne, talune intagliate ad arabeschi ed altri con intarsi a mosaico.
 I capitelli sono istoriati con scene bibliche.
 Nell’angolo meridionale vi è un recinto quadrangolare delimitato da tre arcate per lato. Al centro è una fontana, la cui acqua scaturisce da una colonna riccamente intagliata a forma di fusto di palma stilizzato.
 Del complesso monumentale fa parte anche l’Archivio storico, mentre, attraversato il grande atrio, si accede all’elegante belvedere, un tempo coltivato dai monaci a ortaggi e piante officinali, oggi fitto di ficus centenari e dominato da una grande magnolia. Di fronte al duomo si trova l’accesso alle grotte. Si tratta di cavità naturali che attraversano il sottosuolo del centro storico. Ricche di stalattiti, le grotte passano vicino alle falde freatiche e visitandole si sente il sommesso gorgoglio dell’acqua sotterranea: la località di Monreale abbonda di polle e sorgenti, alcune delle quali convogliate nelle belle fontane, opera del Torres. Le grotte possono essere visitate, appena terminati gli interventi manutentori.
 Il settecentesco Palazzo di Città, sul lato sinistro della piazza, custodisce alcuni dipinti di pregevole scuola, oltre ad una tela di Antonio Pietro Novelli, padre del più famoso Pietro.
 Tra gli altri l’Anapo di Siracusa di Antonio Leto, pittore monrealese dell’Ottocento, che si trova nella Sala Rossa, destinata al Sindaco. Qui è custodito anche un gruppo scultoreo in terracotta del Gagini raffigurante la Sacra Famiglia. Di grande pregio i ritratti di Benedetto d’Acquisto e di Pietro Novelli, nonché un dipinto del fiammingo Matthias Stomer, raffigurante “L’adorazione dei pastori”.
 L’antico quartiere del Carmine, posto a ridosso del duomo, sul versante sud orientale, conserva ancora lo spirito delle origini, malgrado i segni del nostro tempo. Caratteristici sono i chiassi, ( da chiazza, cioè piazza) spazi comuni nei quali al termine della giornata di lavoro i contadini e le loro famiglie sedevano ad ascoltare i benedettini che facevano opera di evangelizzazione e catechesi. Un altro quartiere storico, a monte, al di là del corso principale della cittadina, è la Bavera, detta così perché abitato dagli esattori del fisco, all’epoca detti bavaresi. Una passeggiata alla bavera riserva delle sorprese.